All'interno dei suoi confini digitali, la Cina ha da tempo censurato ciò che la sua gente legge e dice online. Ora, sta andando sempre più oltre i propri regni online per sorvegliare ciò che la gente e le aziende dicono in tutto il mondo.
Per anni, la Cina ha esercitato il controllo digitale con un sistema di filtri Internet noto come Grande Firewall, che consente alle autorità di limitare ciò che le persone vedono online. Per ampliare i suoi sforzi di censura, Pechino si sta avventurando fuori dal Great Firewall e prestando maggiore attenzione a ciò che i suoi cittadini dicono su app e servizi non cinesi.
Nell'ambito di tale spostamento, a volte Pechino ha fatto pressioni su società straniere come Google e Facebook, entrambe bloccate in Cina, affinché eliminassero determinati contenuti. Altre volte, ha bypassato del tutto le società straniere e invece ha spinto direttamente gli utenti dei social media globali a incoraggiare l'autocensura.
Questo sforzo sta accelerando mentre il presidente Xi Jinping consolida il suo potere. La leadership cinese dovrebbe abolire ufficialmente i termini in una riunione che inizierà la prossima settimana, dando al signor Xi l'autorità fuori misura sulla direzione del paese.
Zhang Guanghong ha recentemente scoperto di persona il panorama in evoluzione della tecnologia. Il signor Zhang, un attivista cinese per i diritti umani, ha deciso lo scorso autunno di condividere un articolo con un gruppo di amici e fuori dalla Cina che ha criticato il presidente cinese. Per farlo, ha usato WhatsApp, un'app americana di proprietà di Facebook che quasi nessuno usa in Cina.
A settembre, il sig. Zhang è stato detenuto in Cina; si prevede che presto verrà accusato di aver insultato il governo cinese e il Partito comunista. Le prove, secondo il suo avvocato, includevano stampe di ciò che il signor Zhang condivideva e diceva nel gruppo di WhatsApp.
Tali informazioni sono state probabilmente ottenute hackerando il suo telefono o attraverso una spia nella sua chat di gruppo, hanno affermato gli esperti di tecnologia cinese, senza coinvolgere WhatsApp. Il caso del signor Zhang è uno dei primi esempi noti di autorità cinesi che usano come prova le conversazioni di un'app di chat non cinese e invia un avviso a quelli sulla piattaforma americana, che è crittografato, che potrebbero anche essere ritenuti responsabili per quello che si dice lì.
"La Cina sta assumendo sempre più peso", ha affermato Joshua Rosenzweig, analista di Amnesty International.
Mentre il signor Xi afferma se stesso e il primato del potere geopolitico cinese, la Cina è diventata anche più a suo agio nel proiettare la visione del signor Xi di una rete strettamente controllata. Pechino era stata a lungo contenta di bloccare le compagnie Internet straniere e di sorvegliare le alternative fatte in casa che si presentavano per prendere il loro posto, ma ora sta facendo pressioni dirette sugli individui o chiedendo alle aziende di cooperare con i suoi sforzi di censura online.